Ognuno è una moltitudine

Ideazione Matteo Razzini 

Tipologia di laboratorio Laboratorio di teatro fisico.  Laboratorio di scrittura creativa.  

A chi è rivolto Insegnanti delle scuole dell’infanzia, primarie, secondarie   di primo e di secondo grado. Dirigenti. Educatori.   Operatori. Genitori. Curiosi. 

Incontri e ore 1 incontro da 4 ore circa  

Obiettivi:

Avvicinare al linguaggio poetico della meraviglia e della   fragilità.  

Avvicinare al gioco del Teatro. 

 Comunicare senza parole.  

L’espressività corporea.  

La relazione.  

 L’ascolto.

 Trovare nuove risorse e modalità d’intervento.  

Promuovere l’empatia del gruppo.  

 Riconoscere, sviluppare e ampliare il proprio alfabeto emotivo.  

Aumentare la relazione e l’ascolto.  

La scrittura poetica: come scrivere di me e riconoscermi   negli altri.  

 La sensorialità nella scrittura.  

 L’empatia nella scrittura.  

Occorrente Un taccuino a pagine bianche, una biro, una chiave che   non apre nulla, abbigliamento comodo e un sorriso   (anche nascosto).  

Sviluppo del laboratorio: 

1. Il respiro  

2. Il gesto  

3. Alla ricerca del proprio clown: la scoperta della fragilità  

4. Il gioco e lo stupore: piccole cose, grandi meraviglie  

1. Le parole come contenitori di emozioni  

2. La scrittura creativa e sensoriale  

Il periodo che stiamo attraversando ha contribuito ad amplificare le dinamiche di  distanziamento sociale in ogni ambito. La scuola non fa eccezione: le difficoltà, gli sforzi e i  duri momenti emergenziali hanno spesso prosciugato le energie e irrigidito i ruoli dei  protagonisti attivi. Le domande irrisolte, le paure, le fragilità nascoste, i sensi di colpa… 

tutto ha contribuito a rendere più difficile il lavoro dell’insegnante In questo senso lo scopo  del laboratorio è quello di cercare di sgretolare la distanza che abbiamo preso da noi stessi e  dal prossimo ricordando che nessuno deve essere lasciato solo.  

Occorre tornare in contatto con il nostro stupore e la nostra meraviglia per ristrutturare il  rapporto con noi stessi e con gli studenti.  

Il primo gioco è quello del teatro di clownerie, ovvero l’arte del clown e della sconfitta (così  liberatoria!) La meraviglia, lo stupore primordiale, il riso.  

Andare alla radice di noi stessi, sentirsi nudi, inadeguati eppure così vivi.  Il secondo laboratorio è quello della scrittura creativa e sensoriale. 

Le parole sono contenitori di emozioni; per sceglierle con cura occorre abitare il silenzio,  attendere, osservare con animo curioso senza prendersi troppo sul serio. Occorre essere lievi  come una sciocchezza e così, leggeri, volare sulle cose.