Ideazione Matteo Razzini
Tipologia di laboratorio
Incontro “ La letteratura e il teatro: forme, strumenti ed espedienti per affrontare la quotidianità scolastica”
Letture espressive ad alta voce
Scrittura creativa e poetica
Gli albi illustrati
I racconti e i romanzi
Le canzoni
Grado di scuola
Scuole primarie. Scuole secondarie di primo e secondo grado
N° incontri 1 incontro della durata di 4 ore circa
A chi è rivolto Insegnanti, Educatori, Dirigenti
Temi trattati
Situazione generale e analfabetismo emotivo La Cura
La Dedizione
Presto ch’è tardi!
La paura e l’amigdala
Le parole e il sentire
Il valore del Bene e del Bello
L’abitudine e il Rito
La Fiducia
L’Entusiasmo
La Passione
La Prospettiva
La ragione non sempre serve
Il disagio e l’abbandono
Il ruolo dell’ambiente educativo
L’Empatia
Insegnare significa andare verso l’essenza delle cose: “sapere di non sapere” e restare aperti allo stupore che è sempre pronto a travolgerci, soprattutto quando meno ce lo aspettiamo.
Respirare assieme, essere veraci, appassionati: patire e compatire. Essere entusiasti. Proteggere. Accogliere. Curare.
In una parola, amare.
E in quei momenti rari si fonde la figura dell’insegnante, dell’esperto, con quella degli studenti e non è più possibile dire chi impara da chi. Certo, c’è una guida, ci sono regole che sanciscono le forme del gioco ma poi tutto trascende, poiché nel gioco è nascosta l’essenza stessa della vita.
E la scuola cos’è se non un meraviglioso gioco?
Un gioco vivo, anzi vivente perché viventi sono gli esseri che la abitano (altrimenti sarebbe una scatola vuota – neppure bella, a volte). Esseri che arrivano da pianeti diversi e distanti, che faticano a comprendersi. Esseri pragmatici, sognanti, ottusi, accoglienti, amanti, superbi, fanatici, bugiardi, sinceri, veraci, credenti, atei, e razze e specie e sottospecie ancora sconosciute a loro stesse e ai più.
E poi c’è l’oggi: un oggi difficile e sfidante.
Il periodo che stiamo attraversando ha contribuito ad amplificare le dinamiche di distanziamento sociale in ogni ambito: le difficoltà, gli sforzi e i duri momenti emergenziali, le domande irrisolte, le paure, le fragilità nascoste, i sensi di colpa…tutto ha contribuito a rendere più difficile la comunicazione empatica. In questo senso lo scopo del laboratorio è quello di cercare di sgretolare la distanza che abbiamo preso da noi stessi e dal prossimo ricordando che nessuno deve essere lasciato solo.
Occorre tornare in contatto con il nostro stupore e la nostra meraviglia per ristrutturare il rapporto con noi stessi e con gli altri.
Non possiamo comprendere una situazione leggendola sui libri di testo. Non possiamo avere la presunzione di dire senza sentire.
Questo è lo scopo del nostro fare insieme: provare noi per sentire meglio loro, perché la condizione delle parole che danno il titolo a questo progetto valgono per tutti, nessuno escluso.